Lavorare in Thailandia
La Thailandia è meta privilegiata per una bella vacanza tra spiagge e natura, tuttavia grazie ad una solida economia offre numerose opportunità di business e per questo si pone come obiettivo ottimale per tutti coloro che sono in cerca di nuove frontiere per cambiare vita.
Il Paese gode di un ottimo clima, le temperature sono calde, ci sono molte spiagge con acque tiepide e la natura bacia ogni angolo, con molte zone ancora selvagge. Ovviamente il Paese è ricco di contraddizioni ma ha un fascino molto differente da quello occidentale. Le punte di diamante di questa nazione sono: costo della vita basso, criminalità inesistente e sistema di tassazione molto equo. Si tratta di privilegi di tutto rispetto, soprattutto per chi è alla ricerca di una meta ideale dove trasferirsi.
La Thailandia è una monarchia parlamentare ed è sotto un regime militare. Benché si tratti di una dittatura militare seguita ad un colpo di Stato nel 2014 il Paese è molto tranquillo. L’economia è una delle più floride al mondo, il tasso di disoccupazione è inferiore all’1%. Il settore primario è l’agricoltura ma anche il turismo ha una buona fetta di mercato. L’industria lavora bene e contribuisce al PIL in modo attivo.
La religione locale è il buddhismo ma ci sono anche musulmani, cattolici, ebrei ed altre minoranze. C’è una grande comprensione dell’altro e il clima è pacifico grazie alla coesistenza di varie etnie. Nel complesso quindi offre tutte le peculiarità per intraprendere una nuova vita e lavorare agevolmente con un buon reddito.
Andare a lavorare in Thailandia: trasferimento
Quando si pensa al trasferimento in Thailandia bisognerebbe valutare un periodo di prova di 6 mesi un anno prima di poter pensare di vivere stabilmente nel Paese. Andare a lavorare in questa nazione vuol dire confrontarsi con un sistema e una cultura totalmente differenti. Il Governo thailandese occupa una tassazione più alta del normale a coloro che assumono lavoratori stranieri e questo può essere un problema, soprattutto all’inizio. Aprire un’attività propria invece è ottimo poiché ci sono costi contenuti e molte opportunità anche se lo scoglio della burocrazia è un grande limite.
Una cosa da considerare importante è che si esce dall’UE e si perdono dunque tutte quelle tutele che comunemente si hanno quando si pensa a Spagna, Portogallo, Germania, Olanda. Vivere in un Paese come la Thailandia vuol dire cambiare stile di vita, tradizioni ed unirsi alla cultura locale. Gli stranieri restano stranieri, anche dopo una vita passata lì.
In Thailandia alcune professioni e attività lavorative sono vietate agli stranieri e i trasgressori possono essere sanzionati con multe e detenzione. Gli stranieri non possono svolgere: lavori manuali, agricoli, di allevamento, pesca, muratura, carpenteria, lavorazione del legno, autista (escluso pilota di aereo), venditore all’asta, commesso, artigiano, orafo, barbiere/parrucchiere/estetista, tessitura, fabbricazione carta e simili, produzione di coltelli, prodotti di seta, materassi e simili, bambole, ombrelli di stoffa, calzature, cappelli, intermediati, architetti, ingegneri, guida turistica, segreteria, avvocato, venditore ambulante. In pratica la maggior parte delle professioni sono vietate agli stranieri.
Lavorare in Thailandia: il visto lavorativo
Per vivere in Thailandia e quindi lavorare serve un visto. Chi viaggia verso il Paese per turismo non ha bisogno di alcun permesso, all’aeroporto viene rilasciato un Visa On Arrival che è un permesso turistico che vale 30 giorni e comunque non per chi cerca occupazione.
Ci sono diversi tipi di visto per gli stranieri che vogliono lavorare:
VISTO NON IMMIGRANT B – un permesso che dura tre mesi e può essere esteso fino ad un anno. Permette di essere assunti da ditte thailandesi anche per periodi temporanei. Un buon modo di iniziare a lavorare sul posto.
VISTO BUSINESS – un visto ideale per chi vuole avviare la propria attività in loco. Per farlo è obbligatorio trovare un socio thailandese che abbia almeno il 51% delle quote. La legge prevede inoltre l’investimento di 50mila THB e l’obbligo di assumere una maggioranza di dipendenti locali.
SMART VISA – questa è l’ultima arrivata tra i permessi di lavoro per stranieri. Si rivolge agli imprenditori facoltosi (almeno 200 mila bath al mese) o ad operatori nel campo della sanità, della tecnologia e della robotica. È un lasciapassare che vale quattro anni ed è esteso a coniugi e figli.
Lavorare in Thailandia: su quali settori puntare?
Chi arriva nel Paese e vuole lavorare può interfacciarsi in primo luogo alle multinazionali. È molto più facile trovare lavoro in una grande catena che pensare di poterlo trovare presso un locale. Una buona idea sono i Call Center, come CLBS che offre lavoro a molti italiani. Avviare un’attività lavorativa nel settore ristorativo è una buona idea, questo mercato è in crescita. Chi cerca lavoro può inoltre proiettarsi su due fronti: o come istruttore di diving (immersioni) oppure come insegnante di italiano o inglese. Si tratta di alcune delle poche attività concesse agli stranieri su cui è possibile sorvolare per lo scoglio linguistico.
Lavorare in Thailandia e aprire una propria attività
Una bella idea per quanti vogliano lavorare nel Paese è quella di dare vita ad una propria attività lavorativa. La vita per gli imprenditori è buona anche se non paragonabile a quella dei lavoratori locali che hanno una burocrazia semplificata e una vita più semplice grazie alla tassazione ridotta. Un altro campo che va molto forte riguarda l’imprenditoria online, non sorprende che la Thailandia sia il paradiso dei nomadi digitali e di tutti coloro che lavorano da remoto.
Trasferirsi in Thailandia per lavoro: come iniziare
Le prime cose da fare prima di trasferirsi sono:
DOTARSI DI UNA SIM CARD – è importante ed economico avere un numero con una scheda locale, questo aiuta anche nella ricerca dell’alloggio e del lavoro. I piani sono tanti, come in Italia, ed è facile scegliere quello più adatto alle proprie esigenze. Le compagnie principali sono Truemove, DTAC e AIS.
CONTO CORRENTE – altro elemento chiave del trasferimento è avere un conto corrente thai. Per farlo occorre un visto, il passaporto, un indirizzo locale e un numero di telefono. Basta recarsi in banca per chiederne l’apertura, ci sono molti istituti di credito.
ALLOGGIO – per iniziare probabilmente la soluzione migliore è un affittacamere o comunque un alloggio temporaneo. Solo una volta in loco è possibile valutare attentamente il mercato e trovare casa. Gli ambienti sono piuttosto scarni ed essenziali ma i complessi abitativi spesso sono dotati di piscina e palestra.
Vivere e lavorare in Thailandia: conviene veramente?
Nel complesso è possibile affermare che decidere di lavorare in Thailandia ha dei pro e dei contro, come per ogni altro luogo del mondo.
PRO: economia stabile e forte, sicurezza grazie al regime militare, bellezza dei luoghi incontaminati, cultura aperta e molto affascinante, stile di vita sano e rilassato.
CONTRO: lingua difficile da imparare, cultura a cui è difficile abituarsi, clima sempre caldo e di tipo tropicale caratterizzato da due stagioni, sanità di standard non equiparabile alla sanità pubblica occidentale, instabilità politica.
Una delle domande più opportune, prima di trasferirsi, è in quale città un italiano può trovare lavoro? I luoghi più comodi per gli expat sono Bangkok, Chiang Mai e comunque tutte le zone turistiche. Anche le isole sono ideali come Phuket, Koh Samui, Koh Phangan, Koh Lanta e Koh Chang.
La Thailandia è stupenda e rappresenta un vero cambiamento radicale di vita, è solo importante partire preparati con tutte le informazioni e tutte le garanzie per iniziare una vita buona.